Regno di Yugoslavia 1929-1941
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L'ANTEFATTO
A seguito dell'uccisione nella primavera del 1928 di tre rappresentanti del Partito Contadino Croato, tra cui il leader Stiepan Radic, l'opposizione anti-serba si ritirò completamente dal parlamento, dichiarando che non avrebbe fatto ritorno in un luogo dove diversi dei suoi rappresentanti erano stati uccisi, e insistette per nuove elezioni. Il 1º agosto, durante un incontro a Zagabria, rinunciarono alla dichiarazione del 1º dicembre 1920. In questo modo richiedevano che i negoziati per l'unificazione ricominciassero da zero. Ciò rappresentò un'occasione imperdibile per Re Alessandro I, che abolí la costituzione, prorogò il parlamento e introdusse una dittatura personale (la cosiddetta "Dittatura del 6 gennaio", Šestojanuarska diktatura). Egli inoltre cambiò il nome della nazione in Regno di Jugoslavia e il 3 ottobre cambiò le suddivisioni interne usando le banovine.
LA DITTATURA
Nel 1931 Alessandro decretò una nuova costituzione che rese il potere esecutivo un dono del re. Le elezioni sarebbero state a suffragio universale (anche se questo ancora non comprendeva le donne). Il previsto ballottaggio segreto venne abbandonato e la pressione sui dipendenti pubblici perché votassero per il partito al governo, divenne una carateristica di tutte le elezioni tenutesi sotto la costituzione di Alessandro. Inoltre, metà della camera alta era nominata direttamente dal re e la legislazione poteva diventare legge con l'approvazione di una sola delle due camere, se era anche approvata dal monarca.
REGGENZA A TRE
Il 9 ottobre 1934, il re venne assassinato a Marsiglia (Francia) da esiliati jugoslavi, membri radicali dei partiti politici che Alessandro aveva bandito in precendenza. Dato che Pietro II, il figlio maggiore di Alessandro era minorenne, un consiglio di reggenza a tre, come specificato nel testamento di Alessandro, prese il posto del re. Il consiglio venne dominato dal cugino del re il Principe Paule. Nonostante ciò, per rispetto della dinastia reale, sul diritto delle monete post-mortem di Alessandro compare l'effige dell'erede al trono Petar II.
LA FINE DEL REGNO DI YUGOSLAVIA
Allo scoppio della II Guerra Mondiale, il governo yugoslavo optò per mantenere una posizione di neutralità. Tuttavia, nella primavera del 1941, Hitler fu costretto a sostenere la disastrosa campagna italiana di Grecia. Il ruolo politico dei balcani doveva quindi passare ad essere alleato attivo dell'Asse, anche in vista dell'ormai prossima invasione dell' URSS. Cosí, dopo la Romania e l'Ungheria, anche il principe reggente Paolo, per paura di un attacco nazista, firmò l'adesione al Patto Tripartito a Vienna, il 25 marzo 1941. A causa di questa decisione, però, si ebbero violente dimostrazioni di massa a Belgrado, e il nipote del principe - insieme con un gruppo di ufficiali anglofili e politici di classe media - attuò un colpo di stato il 27 marzo 1941. Il generale Dusan Somovic divenne primo ministro e la Jugoslavia uscí improvvisamente dalla nuova alleanza. Ma il colpo di stato determinò il crollo del paese. In Aprile, le Potenze dell'Asse invasero il Regno di Jugoslavia e lo conquistarono velocemente. La famiglia reale, incluso il Principe Paolo, si rifugiò all’estero.
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